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Visualizzazione dei post da ottobre, 2017

Il centenario Allan Karlsson

Allan Karlsson è il protagonista del "libro della svolta", così come lo ha definito la mia amica blogger che me lo ha consigliato caldamente. Raramente ho incontrato un compagno di ombrellone migliore di lei, mr #AllanKarlsson. Un post condiviso da Federica (@federica_zucca) in data: 15 Ago 2015 alle ore 12:52 PDT Allan Karlsson è un vecchietto centenario svedese che scappa dall'ospizio in cui lo vorrebbero costringere a passare gli ultimi (ma sono veramente gli ultimi?!) giorni della sua vita. E da il via ad una rocambolesca avventura a cui si uniranno una serie di sconclusionati personaggi. Senza che mai il centenario perda la calma o si scomponga anche solo un pochino. Perché, e ce lo raccontano i tanti flash back, la storia di Allan Karlsson è stata tutto fuor che noiosa, e si è intrecciata molte volte con la Storia. E si scopre che il nostro Allan ha dato una significativa svolta agli eventi più importanti dell'ultimo secolo. Viene tutto talmente

Blogger Recognition Award

Nat  mi ha assegnato un premio e ne sono ben lieta, perché è il primo da quando ho ripreso a scrivere nel blog. Quindi grazie mille Nat! Queste le "regole" del gioco. 1) ringrazia chi ti ha nominato 2) scrivi un post per mostrare il tuo premio riconoscimento 3) raccontaci in breve la nascita del tuo blog 4) dai qualche consiglio ai nuovi blogger 5) nomina 15 blog a cui vuoi passare il premio riconoscimento 6) commenta sul blog di chi ti ha nominato mettendo un link al tuo articolo. Racconto come è nato il blog , anche solo per tirar le fila della questione. Il Diario nasce da una costola di Sotto il segno del piccione , che avevo chiuso ormai anni fa ma di cui potete sbirciare i post, sfogliando le pagine virtuali dell'archivio. Non era un blog tematico, piuttosto uno scorcio sulla mia vita. E lo è tutt'ora. L'ho solo caratterizzato sulla triste realtà lavorativa che mi attanaglia . Un consiglio ai nuovi blogger ? Scrivete, anche se nj diventerete l

Le soddisfazioni, quando meno te le aspetti

Mi toccherà ricredermi su quella faccenda per cui si dice che tutto nella vita torna indietro. O magari inizierò a credere nel Karma, chissà. Fatto sta che ho saputo che a una di quelle che, felice di racimolare le briciole, si è data a danze scomposte dopo che sono stata cacciata dal mio vecchio lavoro l'anno scorso, è toccata la mia stessa fine. Oh, precisa. Io secondo loro costavo troppo e il "volontario" di turno non riusciva abbastanza a farci la crest a farsi i rimborsi spesa. Lei uguale. Con un'unica differenza. Il mio alito è ancora fresco e profumato, mentre il suo... Dopo i tanti culi peccati ad alimentare questo sistema viscido di ottenere i lavori... Visto il calibro dei culi, non saprei. Brrr, rabbrividisco. Che bella cosa il Karma. Fonte: Lisi Gianni

Io e i libri

Coi libri ho sempre avuto un buon rapporto. Mia mamma racconta che da piccola alle fiere raramente chiedevo una bambolina, piuttosto preferivo un libretto da bambini. Poi ho iniziato a leggere i grandi classici e mi sono innamorata di Piccole Donne che ho letto e riletto e di cui conservo gelosamente una copia che è stata di mia mamma, con la carta ingiallita ma le illustrazioni bellissimissime. Sono stata una grande frequentatrice della biblioteca, da quando con la scuola elementari ci fecero vedere cosa era e come funzionava. Poi lei, la stronza di lettere al triennio delle superiori. Ci obbligava a leggere talmente tanti libri (noiosi, fra l'altro) da non aver spazio per coltivare la lettura per passione. A fine liceo ho smesso di botto di leggere, quasi in preda ad una innaturale repulsione. Per fortuna qualche anno dopo ho ripreso regolarmente la buona abitudine di infilarmi in biblioteca alla ricerca di un bel libro da gustare. E poi sono arrivati loro, gli stronzi del mio

Loop social

Chiamiamolo post di incoraggiamento. Ho creato la pagina Facebook del blog per sponsorizzare il blog, ma uso il blog per sponsorizzare la pagina Facebook per sponsorizzare il blog. Insomma, mipiaciatemi la pagina che sennò vado avanti all'infinito. La trovate qui ---> https://www.facebook.com/icarodiversamenteoccupata/

L'indignazione

fonte: Clipartlogo Mentre cercavo il tempo per scrivere 3 o 4 post che ho in mente e tentavo di stabilirne una priorità, mi sono imbattuta in questo articolo . Un drappo rosso sventolato davanti agli occhi infuriati di un toro. In Italia, e non me ne meraviglio, un presidente di commissione può evidentemente nominare e stesso per un incarico. L'articolo precisa che era un incarico misero misero, quasi a scusarla. Della serie "ha rubato, ma poco". La cosa che mi fa veramente incazzare è che l'articolo doveva finire così: "i candidati esclusi hanno protestato e ottenuto le dimissioni della signora, e l'assegnazione è stata riottenuta in maniera più trasparente". No. Ormai questi episodi sono all'ordine del giorno, ci si indigna, ma non ci si oppone. Neanche pacificamente, quando in realtà bisognerebbe scendere in piazza e ribaltare anche qualche scrivania. Ma ci basta indignarci per sentirsi in pace con la coscienza. E niente cambia. __

Un altro inizio

Quando si parla di vocazioni... Ho accettato un mezzo lavoretto, sicuramente sotto pagato, per poche ore a settimana, e via dicendo. La storia si ripete. Per mancanza di informazioni, non sono riuscita a far bene due conti sul quanto mi convenisse starmene a casa DISOCCUPATA PAGATA DALLO STATO, oppure accettare quanto ho accettato. Ho messo alcune cose sul piatto dell'incertezza e ho detto sì. Che fatica non sapere ma cosa fai bene e cosa sbagli. Che fatica vedere i propri sogni andar via sempre più lontani. Quello che rimane l'unica certezza è questa. Io a fine di questo lavoro sarò diventata come lui! Fonte: ddimensione.tv

Bella la mi' Firenze

Si dice che le donne abbiano degli ormoni specifici per far dimenticare i dolori del parto. Deve essere lo stesso per gli studenti delusi. Io ho studiato a Firenze e quel periodo non lo ricordo mai con gran piacere, per l'università orribile, le coinquiline stronze e tante altre pessime cose. Firenze la collego a quel preciso momento della mia vita, quindi la dovrei associare a sentimenti negativi. E invece confesso che quando ho saputo che dovevamo andarci, anche se non per una gita di piacere, ero contenta. Eccitata di rivedere quella che era stata un po' casa mia, dopo 10 anni, chissà quanti cambiamenti! Ecco, il principale cambiamento che ho trovato è che se vuoi visitare Firenze devi per forza sborsare un miliardo per parcheggiare, in quanto adesso anche nelle zone "di fiducia" di periferia le strisce sono tutte di un salatissimo colore blu. Per una serie di questioni che non sto qui a snocciolare, alla fine ho avuto solo il tempo di affacciarmi in piazza Cr

"A fine stagione mi riposo"

Se il proverbio tutto il mondo è paese è vero, nelle zone come la mia in cui "si vive di turismo" molte persone scelgono di fare il lavoro esclusivamente estivo e stagionale, per poi farsi sovvenzionare dallo Stato con il contributo di disoccupazione. L'ho sempre trovato raccapricciante, anche perché quando sono stata veramente disoccupata, con pile di lacrime e curriculum da inviare, non ho mai visto un soldo, per gli assurdi requisiti che si impone di avere per usufruirne. Lo stagionale lo si sceglie da giovanissimi e si porta la "carriera" estate dopo estate. Per me che, mea culpa, ho preso una laurea, questo tipo di lavoro era inarrivabile. Per fortuna un colpo di culo e una buona parola hanno cancellato questo madornale errore di gioventù e finalmente, con già troppi capelli bianchi in testa, ho fatto la mia prima stagione. E proprio mentre mi crogiolavo all'idea del contributo e il dolce far niente retribuito, è arrivata una telefonata. Che mi

Chi dimentica è complice.

Sebbene possa sembrare una neofita del mondo dei blog, in realtà scrivevo già quasi 10 anni fa. Lo testimonia il fatto che nell'archivio siano spuntati i vecchi post che, fra l'altro, per me è divertente rileggere. Il blog non si chiamava così, anche perché è nato quando ancora studiavo e certo non mi immaginavo (o quanto meno ci speravo) di fare la fine lavorativa che ho fatto. Il mio primo blog si chiamava "Sotto il segno del piccione", traccia che ho comunque voluto tenere nel sottotitolo di quello nuovo. Lo avevo scelto per metaforizzare, diciamo così, la sfiga che avrei raccontato. E questo perché, neanche troppo di rado, se un qualche volatile doveva mollare in mezzo a una folla di persone, sceglieva me. Dando origine anche a racconti per cui ho visto facce incredule da tanto la situazione era assurda. Se non è una metafora della mia vita quella... Bene, gli anni passano, il titolo l'ho cambiato, ma gli escrementi restano. Metaforici e non. Per non