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Visualizzazione dei post da 2018

Botto di fine anno

Può capitare di ascoltare distrattamente qualche brutta notizia che poi ti colpisce come professionista ma soprattutto come persona. Ma può capitare di leggere altrettanto distrattamente una notizia che è capace di rischiarare perfino le giornate più buie. È stato arrestato il capo dei capi di una grande realtà del terzo settore della mia Regione. L'hanno beccato a, per usare un eufemismo, malgestire i soldi destinati ai migranti. Sostanzialmente quanto dicevo qui , ma più in grande. E quando sei grande, fai dei bei guadagni ma sei anche più al centro dell'attenzione e ci sta, guarda un po', che poi ti becchino con le mani nella marmellata. Fra l'altro tale realtà e tale capoccia erano già stati alla ribalta delle cronache con dei casi di maltrattamenti sugli anziani. Ma stavano ancora tutti là al loro posto a cercare altri vasetti di marmellata in cui infilare le mani. Poi uno dice i deja vu . E poi entro in gioco io. Neanche io ho idea a quante porte di quella gr

Mercatini di Natale: 5 cose da ricordare

Il modo in cui viaggio io non è molto adatto a creare poi una guida per consigliare luoghi da visitare, locali da provare, etc. Non fosse altro che sono parecchio rincoglionita un filo svampita e non mi ricordo mai i nomi dei posti dove sono stata. E non suggeritemi di segnarmeli o cose del genere perché ci ho provato ma, appunto, mi scordo anche di scrivere. Volendo passare per romantica e non per precocemente affetta da demenza, posso dire che mi concentro di più sulle sensazioni che sperimento durante un viaggio. Ed ecco cosa porterò nella mia memoria del mio primo viaggio fra i Mercatini di Natale altoatesini. 1 -  L'intento era fare una vacanza enogastronomica e in effetti, se per "eno" si intende il vin brûlé, ci siamo riusciti benissimo... Qualche altro giorno e sarei finita agli alcolisti anonimi. La cosa carina è che ogni mercatino, anche il più piccolo, ha delle tazze "personalizzate" in cui viene servito il brûlé e che possono essere acquistate

Sì, viaggiare!

Fare vacanza/viaggi quando sei diversamente occupata (e peggio ancora se lo è anche la tua metà) non è così semplice. Possono mancare i soldi, o il tempo perché non puoi prendere semplicemente ferie e partire, può mancarti proprio il diritto alle ferie, puoi dover lavorare stagionalmente come me e poi non riuscire a partire in bassa stagione... E potrei andare avanti all'infinito. Io, che di vizio avrei solo il viaggiare, sono sempre riuscita a viaggiare pochissimo. Perché passi l'essere diversamente occupata, ma è l'essere fortemente sfigata la vera difficoltà. Fino a una decina di anni fa ho viaggiato coi miei, anche se non avevo più l'età di fare la "vacanza coi genitori". Se lo raccontavo, l'espressione tipica del mio interlocutore era quella del "uhmammachepalle". In realtà, i posti in cui andavamo erano talmente meravigliosi per me, che mi facevano scordare totalmente i pitucchi coi miei. E dico la verità: io abito al mare e ci sono leg

Elogio al bosco

Visualizza questo post su Instagram "Che noia tutti i giorno a casa, dopo una settimana impazzisco". PROPRIO NO! Finalmente mi riapproprio del mio tempo. #andarperfunghi #funghi #mushrooms #trombettedeimorti #tartufodeipoveri #tempolibero #blog #vitadablogger #diversamenteoccupata #diversamenteoccupati #black #ilnerostabenecontutto #soprattuttosullapasta Un post condiviso da Icaro - Diversamente Occupata (@diversamenteoccupata.blog) in data: Dic 12, 2018 at 11:25 PST Sebbene io desideri ardentemente un'occupazione reale, di quelle che durano tutto l'anno (e retribuite tutto l'anno, dettaglio da non dimenticare MAI), confesso che mi sto crogiolando in questo periodo di disoccupazione. E non è assolutamente un dolce far niente. Da quando ho finito il lavoro, ho fatto un sacco di cose! E, contrariamente alle previsioni di persone evidentemente inclini all'inedia , non mi sono annoiata per nulla. Pensan

Casa di riposo

Oggi ascoltavo distrattamente il tg, quando la mia attenzione è caduta sulla notizia di un (altro) caso di maltrattamenti di anziani in una casa di riposo del riminese. Quando sento queste cose, mi prende prima una fitta allo stomaco. Bambini, disabili, anziani. Sono loro i più deboli della società e trovo spregevole che qualcuno possa anche solo lontanamente pensare di prendersela con loro. Quando l'anno scorso sono stata a lavoro in una materna per qualche giorno, mi dava ribrezzo come una delle maestre trattava quei piccoli diavoli. Io per prima i bambini non li sopporto e in quella scuola parevano scelti dagli inferi, ma proprio per questo mai mi sognerei di fare la maestra come lavoro. È una riflessione che si dovrebbe fare prima di arrivare a strattonare i bimbi, o dire loro che sono handicappati e non capiscono niente. E comunque dopo la tristezza, in me subentra la rabbia. Coi bambini no, ma con anziani e disabili ci lavorerei eccome. Ma siamo in Italia e il mio titolo

Gli strati della lasagna

Ho letto in diverse recensioni che Coliandro piace perché è uno di noi . Indubbiamente, con quell'aria da eterno sfigato, è molto più umano e "reale" di tanti poliziotti eroi che si vedono in tv. Non è difficile, come avevo già scritto, ritrovare un po' della nostra vita nella sfortuna e nella voglia di rivalsa coliandresche. Soprattutto se si è diversamente occupati. In fondo anche Coliandro lo è. In questa serie oltretutto ha fatto pochissime cazzate, ha preso pure un encomio, eppure è ancora relegato a tappare buchi negli uffici più sfigati del commissariato. Certo, è pur sempre una fiction e i Manetti Bros non sono i soliti registi che costruiscono una storiella così, già vista e sentita, scontata e piatta. I Manetti Bros hanno dei picchi di genialità unici. Roba trashissima. A volte i loro cattivi sono talmente malvagi e sopra le righe da risultare quasi caricature pulp. Ricordo un dj Francesco tossicomane e psicopatico che ciao. Nell'ultima puntata andata

I volontari dell'accoglienza

Come si suol dire, non sta bene parlare di sesso, religione e politica. Quindi lungi da me questa idea, anche se l'apparenza vi potrà dire il contrario.  La verità è mi è venuta voglia di raccontare le mie esperienze nel mirabolante mondo del volontariato leggendo un articolo in cui un nostro attuale ministro (indovina chi!) proponeva di abbassare il contributo dello Stato per i migranti da 35€ a persona a non ricordo quanto. Specificava che così le associazioni di finto volontariato avrebbero smesso di lucrarci. Ho subito detto che non sta bene parlare di politica, quindi non entrerò in dettagli. Dico solo che fa strano trovarsi d'accordo con persone con cui proprio non sembra di aver nulla in comune. Ecco sì, mettiamola così. Essendo stata un po' nell'ambiente della così detta accoglienza non ho vissuto solo le mie di esperienze, ma ho conosciuto, parlato, scambiato opinioni e racconti. Ricordo che nell'articolo si parlava di tagliare i corsi di italiano.

Il sociale

Prima di raccontare delle occupazioni molto diverse che mi sono ritrovata a fare, occorre una doverosa premessa. Verso la fine dei miei studi ho capito cosa volevo fare da grande  e per troppo tempo ho rincorso questa idea. Io nel valore della progettazione sociale ci credevo. Per un periodo troppo breve ho lavorato anche in un ambiente in cui si poteva usare la L maiuscola per definire il lavoro che si faceva. E non intendo solo come spirito, ma proprio come contratto. Poi il baratro . Il fatto è che il problema GIGANTE è a monte. Il sociale è affidato quando va bene a cooperative che fanno dei contratti ridicoli ai propri lavoratori, e quando va male alle associazioni di "volontariato". Ho lavorato a sufficienza per avere dei numeri con valore statistico e lo dico a gran voce. Nel volontariato, il più delle volte, nel migliore dei casi hai a che fare con una serie di dilettanti allo sbaraglio che provano a cimentarsi con attività e servizi che avrebbero bisogno invece

Libri e piccioni

Per i prossimi giorni avevo in mente tante cose, da una serie di post da sgrovigliare dalla mia mente e mettere giù sul blog, a un po' di giretti qua intorno, fino a una bella vacanza mangereccia. Figuriamoci se il piccione non colpiva e mi lasciava fare tutto in santa pace. Nulla di grave, ma i piani si sono fatti un filo più impicciati e casalinghi. Ho cercato quindi di convogliare le energie negative che mi stavano ammorbando nel fare le pulizie di casa. Utili per tenermi impegnata e per debellare un po' di polvere che giace lì probabilmente da prima del mio trasloco. Ad un certo punto, su uno scaffale troppo alto per meritare una più frequente attenzione, mia e del mio spolverino, ho rinvenuto un libricino che lì per lì non capivo nemmeno che cosa fosse. Poi ho sfogliato un po' le pagine e leggiucchiato qualche riga e mi sono ricordata. Me lo avevano regalato durante una visita ad un certo centro di reinserimento sociale, quando ancora lavoricchiavo nel mio campo

Il punto della situazione

Visualizzas questo post su Instagram #bracciarubateallagricoltura parte 2 #vitadablogger #diversamenteoccupata #vitaincampagna #me #myshadow Un post condiviso da Diversamente Occupata (@diversamente.occupata) in data: Ott 20, 2018 at 1:53 PDT Prendo spunto dal post di Moz per ricapitolare un po' la questione a vecchi e nuovi lettori. In fin dei conti sono una blogger da anni ma forse in pochi lo sanno! Quindi facciamo il punto... sperando che non ne esca un gran punto interrogativo! Vita privata Ho avuto un ragazzo, ormai mooolto ex, che si è rivelato un matto assoluto. Ma non per dire... Proprio mattomatto. Posso assicurare che per una che stava studiando per curarli i matti, ritrovarsene uno al fianco per anni non è stato semplice. Per dirne una, ho dovuto chiudere il mio vecchio blog proprio per non avere noie (o per meglio dire stalkeraggi). Per fortuna la vita ogni tanto gira a favore anche per chi nasce sotto i

Nonna e il karma

Anche se parlavamo di tutt'altro, mia nonna mi ha dato uno spunto di riflessione su uno dei miei ultimi post. Nonna, ultranovantenne la cui vita è stata tutt'altro che facile , mi raccontava che in uno dei tanti lavori di fatica che ha fatto, le colleghe (simpaticissime) la chiamavano la Gobbaccia. Il tutto perché lei lavorava nonostante un dolorosissimo problema alla schiena in alcune coltivazioni in cui bisognava stare per ore piegati, aggravando ovviamente il problema. Mentre mi raccontava, faceva proprio l'imitazione sguaiata delle altre "Eccola, arriva la Gobbaccia". Poi, titubante, ha precisato che "era una burla, mica per cattiveria, certo che dillo oggi, dillo domani, bello non è". Oggi lo chiameremmo mobbing, forse. Lei l'ha risolta con poche parole. "Anche ora sono più dritte di me. Sono stese. Tutte morte". Così per dire. Bisogna stare sempre attenti al karma.

Elogio alla noia

Visualizza questo post su Instagram Il cielo è sempre più blu. #octobersky #bluesky #tree #greenandblue #nature #blogger #bloggeritalia #vitadablogger #earlyinthemorning #goingtowork Un post condiviso da Diversamente Occupata (@diversamente.occupata) in data: Ott 5, 2018 at 12:53 PDT A lavoro non abbiamo finito tutti insieme. I primi ad andarsene sono venuti a trovare noi sopravvissuti dichiarandosi in preda alla noia. "Che palle stare a casa, non so che fare tutto il giorno". Una volta per tutte: ma che problemi avete voi che senza andare a lavoro vi annoiare subito? Non ce li avete un hobby, un amico, una casa da pulire? Un conto è lo sconforto da "sono senza lavoro, come mi sostento?" che conosco fin troppo bene. Ma se si sceglie e sottolineo sceglie di fare uno stagionale e poi prendere il sussidio di disoccupazione senza cercare altro perché diavolo lamentarsi?! Io mi sono fatta una lista talmen

Ovunque vai...

Chi è diversamente occupato si ritrova a frequentare una gran varietà di ambienti di lavoro, costellati da altrettante varietà di personaggi fra capi e colleghi. La parola d'ordine è ADATTAMENTO. È probabile che il diversamente occupato provenga bellino bellino da un ambiente universitario in cui ha frequentato dei pari, ha chiacchierato con loro di esami, libri, copisterie, prof stronzi e via dicendo. E magari avrà fatto battute dell'élite, di quelle che fanno ridere solo una certa categoria. Per dire, da me andava forte la risatina sul "cocktail Petty&Cacioppo ". Poi la realtà (e il precariato) riportano il povero diversamente occupato sulla Terra. Si troverà a dover imparare continuamente un mestiere diverso, ma soprattutto a dover imparare a gestire categorie di persone diverse. Lungi da me fare del classismo. Ma non credo di dire una cavolata affermando che le persone che si incontrano facendo i camerieri al ristorante sono diverse da quelle che trovi in u

"Sono emigranto"

Visualizza questo post su Instagram Dedicato a tutti quegli italiani emigrati all'estero che trattano da pezzenti chi è rimasto. (e, credetemi, ce ne sono ben troppi) Non ho più silenzio, non ho più un pretesto gli eroi se ne vanno, io resto! e manifesto! #bandabardò #italia #bandieraitaliana #tricolore #verdebiancorosso #loveitaly #flag #italianflag #blog #bloggeritalia #nuovopostinarrivo Un post condiviso da Diversamente Occupata (@diversamente.occupata) in data: Set 26, 2018 at 7:32 PDT So che non sono numeri da statistica e che non bisogna fare di tutta l'erba un fascio, ma in questi due anni ho conosciuto un sufficiente numero di italiani emigrati all'estero per poter dichiarare una cosa solenne: "minchia, e dateci tregua, che cavolo!" Ci sono quelli che volutamente ti fanno l'accento straniero (ho sentito parlare un anglofiorentino che ci penso ancora mi si accappona la pelle). Ci sono