Passa ai contenuti principali

Questione di classe

Sono in fibrillazione. Stiamo organizzando la cena di classe del liceo. Per me, l'unica classe degna di questo nome. Medie ed elementari infatti sono state un incubo.
Sono felice perché tanti compagni non li ho più rivisti da allora e perché di molti di loro conservo un ricordo veramente prezioso. In fondo siamo stati proprio una bella classe. Ci siamo divertiti e siamo stati uniti.

Grazie ai social network di molti di loro ho notizie indirette, ma loro non ne hanno granché di me.

Quindi, cari compagni (ehm, che parola grossa da usare, sotto elezioni) vi prego... Voi che
- mi avete vista piatta e brufolosa
- mi avete visto piangere per la prima insufficienza della mia vita
- siete stati compagni (ehm... di nuovo) delle risate più convulse che io ricordi
- avete accettato anche chi, come me, non fumava e non beveva (cosa molto rara e preziosa)

Vi prego. Vi prego. Non chiedetemi anche voi perché "una brava a scuola come me sia finita a fare il lavoro che faccio". 

Potrei non avere la forza di rispondere.

Commenti

  1. Io , quanto ero alle medie, sono stata spesso vittima dei bulli. Non ho dimenticato e non ho più voluto rivedere i compagni di allora. Io ero timida e piuttosto chiusa, avevo bisogno di essere aiutata e loro mi prendevano in giro ... I tuoi compagni di allora saranno stati sicuramente migliori dei miei, fai bene a rivederli, divertiti alla cena. Un saluto

    RispondiElimina
  2. con l'ironia sai rendere gradevole anche una reimpatriata di classe che io ho sempre considerato con un certo disprezzo.
    buon divertimento
    massimolegnani
    (orearovescio.wp)

    RispondiElimina
  3. Ogni tanto provano ad invitarmi ma queste reunion non mi piacciono proprio.

    RispondiElimina
  4. Io ho avuto compagni di scuola che hanno fatto carriere brillanti, alcuni erano già ben determinati da ragazzi, io no!

    RispondiElimina
  5. Qualche anno fa ho rivisto i miei vecchi compagni del liceo. La cosa pazzesca e che si son ricreati i soliti gruppetti. Le affinità e le antipatie di un tempo, non so perché, si sono conservate.

    RispondiElimina
  6. Quindi ? Come è andata la cena ? Racconta . Ciao

    RispondiElimina
  7. ... se hanno un buon impiego, dopo un ampia presentazione dei loro successi, ti chiederanno: e il lavoro ... come va?
    ... se sono sposati ti chiederanno: quando ti sposi?
    ... se hanno un figlio ti chiederanno: cosa aspetti a sfornarne uno?
    ... se hanno 2 figli ti chiederanno: e il secondo quando arriva?
    etc. etc
    Quanto ti invidio!!!!

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Meglio che niente faccio l'insegnante.

C'è stato un tempo in cui volevo fare la maestra. Secondo me è in fase da cui un po' tutte passiamo (passavamo, adesso vogliono fare l'estetista e il tatuatore, e lo dico perché mi è successo di leggerlo nei temi). Come la fase del "da grande voglio fare il veterinario". Poi la fase ci passa e io ne sono stata ben lieta perché mi sono resa conto che non avrei la pazienza necessaria. Quando facevo l'educatrice nei doposcuola il lavoro mi piaceva ma c'erano alcuni ragazzetti che me le avrebbero tolte dalle mani e in una classe vera, per più ore al giorno, sarei stata veramente in difficoltà. Tutto questo preambolo per dire che nella mia mente l'insegnante è ancora una professione per cui serve una sorta di vocazione. Un qualcosa di più anche dell'esserci portati. A maggior ragione oggi giorno che queste generazioni di bambini è ragazzi sono sempre più complesse da gestire (perché tale è diventata la società, in fin dei conti). Ecco, pare che sia

Vorrei un gesso e un whisky liscio

A voi capita mai che, in certi momenti particolari, vi succeda qualcosa che vi riporta a una particolare canzone, o addirittura ad un solo suo verso? A me è venuto in mente questo:  " Quello che importa in una persona è l'immagine che dà..." In che occasione? Stamani. Quando uno dei bimbi mi ha chiesto se abitualmente bevo whisky. Devo dire che dopo lo scorso anno dove ho tenuto un profilo piuttosto basso, quest'anno mi sono data di più ai ragazzi diventandone confidente, raccogliendo battute, sfoghi, pianti, risate. E mi sono aperta alle loro curiosità (ma dove abiti? Ma come mai fai la bidella? A te che profumo piace? Veramente ti piace l'insalata di cavolo crudo?). Non mi sono mai chiesta come mi vedessero dai loro occhi. Però tutto mi pensavo fuor che essere passata da grande bevitrice!

Diversamente titolati

Premessa numero 1. Io non ho nessun tipo di pregiudizio legato al titolo di studio: conosco dei laureatissimi e pure masterizzati ignoranti come capre e persone che con un serale hanno fatto una mega carriera nella dirigenza di grosse aziende. Che, fra l'altro, mi hanno raccontato di ingegneri da 110 e lode che non sapevano da che parte rifarsi per svitare un bullone. Ognuno sa fare il suo, lo può avere imparato studiando o lavorando, e ognuno può essere un genio o un caprone, a prescindere. Ma soprattutto (premessa numero 2) io la penso così: Per capirsi, quando ho iniziato a sentirmi stretta nel posto in cui lavoravo, ho preso a cercare QUALSIASI lavoro mi desse la possibilità di non restare a casa disoccupata e mandai CV anche per fare le pulizie. Mi chiamarono con L'UNICA FINALITÀ di chiedermi se ero proprio sicura, perché "hai una laurea". Risposi che certo che ero sicura, che avevo bisogno di lavorare e che NONOSTANTE LA LAUREA ero perfettamente in grado